PET THERAPY: DEFINIZIONE
Il termine Pet Therapy nasce negli anni Sessanta ed è stato coniato dallo psichiatra americano Boris Levinson.
Si tratta di una particolare forma di co-terapia o intervento che si basa sull’interazione tra uomo e animale, creando una speciale relazione tra un utente ed il cane.
LA PET THERAPY IN ITALIA
In Italia, la Pet Therapy inizia a diffondersi come attività negli anni 2000 e da lì viene impiegata negli ambiti più vari, tra cui infanzia, geriatria e disabilità.
Negli anni a venire, gli interventi si sono diffusi ed evoluti senza una specifica normativa che regolamentasse questa professione e le modalità di intervento.
Finalmente, nel Marzo 2015 sono nate le Linee Guida Nazionali, approvate in conferenza stato-regioni, che oltre a regolamentare la figura professionale di Coadiutore dell’Animale, sono andate anche a sostituire il termine “Pet Therapy” con la dicitura Interventi Assistiti con gli Animali (I.A.A.), i quali si dividono in 3 diverse categorie:
- Terapia Assistita con gli Animali (T.A.A.): si tratta di interventi personalizzati a valenza terapeutica finalizzati alla cura di disturbi e patologie di vario genere.
- Educazione Assistita con gli Animali (E.A.A.): sono interventi di tipo educativo e ri-educativo, anche di gruppo, finalizzati al miglioramento della qualità di vita di uno più utenti, attraverso la mediazione degli animali.
- Attività Assistite dagli Animali (A.A.A): sono interventi di tipo ludico-ricreativo attraverso i quali migliorare la qualità delle interazioni tra uomo e cane e la socializzazione di gruppo.
quali sono i cani adatti per gli interventi assistiti?
Partiamo con il dire che non esiste un cane adatto per gli Interventi Assistiti e non c’è genere o razza più corretta, piuttosto il cane deve avere delle caratteristiche:
- Prosocialità etero-specifica (apertura sociale nelle interazioni con persone sconosciute)
- Docilità
- Solidità emotiva
- Prevedibilità
- Dedizione al lavoro e alla collaborazione
Queste peculiari caratteristiche non possono essere insegnate in un cane in cui sono totalmente assenti, ma ci deve essere una sostanziale predisposizione genetica nel mostrarle, tanto che spesso, esistono delle selezioni di razza specifiche che le esaltino.
La preparazione tecnica sulle competenze, invece, fa parte di un training che tutti i cani possono fare.
Il Conduttore deve essere in grado di calibrare le attività in base a quelle che sono le inclinazioni, le preferenze e le caratteristiche del cane che impiegherà nell’Intervento.
È importante tenere a mente che un cane potrà dare il proprio meglio, nel momento in cui sarà messo nelle condizioni di farlo.
Non tutti i cani sono adatti a qualsiasi tipo di intervento, infatti cani più flemmatici e tranquilli sono ad esempio, ottimi protagonisti di laboratori di cura del cane o attività statiche, mentre cani vivaci e attivi possono accompagnare l’utenza in laboratori di movimento come percorsi, attività motorie e passeggiate.
Articolo di Martina Penco, Coadiutore del cane in I.A.A.