L’abbandono del proprio animale domestico purtroppo costituisce un fenomeno ancora molto diffuso ai nostri giorni, sintomo di un grande problema culturale che ancora affligge gran parte del nostro paese.
Studi recenti hanno rivelato come negli ultimi anni, oltre alle classiche forme di abbandono già diffuse, si stia registrando un aumento delle cessioni volontarie, ovvero la rinuncia di proprietà del proprio animale domestico, riconfermando ad oggi come ancora i nostri amici a quattro zampe non vengano considerati membri attivi della famiglia.
L’estate, ancora il momento peggiore
La partenza per le vacanze fa spesso scattare un conto alla rovescia sul destino del proprio compagno a quattro zampe.
Nonostante si possa osservare una diminuzione dei cani abbandonati le cifre sono ancora molto alte: probabilmente la delicata situazione cominciata a marzo 2020, imponendo un rallentamento del turismo, ha causato mancate partenze per le vaanze che hanno “aiutato” sfavorendo il picco di abbandoni.
Un fenomeno non solo estivo
Molto meno conosciuti, per esempio, sono gli abbandoni che avvengono subito dopo la stagione della caccia: il 30% dei cani viene abbandonato a causa scarsa della capacità nel cacciare, considerando cosi il cane uno strumento difettoso e non utile allo scopo.
Secondo la Lav si stima una media di 80.000 gatti e 50.000 cani abbandonati ogni anno in Italia. L’80% di questi rischia di diventare un pericolo per se stesso e per altri, finendo per uccidere gli incidenti stradali, oltre al poter morire per inedia o vittima di maltrattamenti.
Cosa dice la legge?
L’abbandono del proprio animale oltre ad essere un atto di crudeltà è un reato penale.
Chi abbandona un animale domestico è punito con l’arresto fino a un anno e una sanzione da 1000 a 10.000 euro.
Stessa pena è riservata a chi tiene animali in condizioni non idonee alla loro natura, tuttavia questo sembra non bastare a scoraggiare il fenomeno diffuso sul territorio.
Quali possono essere le possibili soluzioni?
Adottare un cane, farlo diventare membro della nostra famiglia è un’esperienza unica che può arricchire tutti noi, ma è giusto farlo con cognizione di causa.
Gli animali sono esseri viventi, hanno dei bisogni, delle caratteristiche e soprattutto delle emozioni. La corretta diffusione della cultura cinofila del rispetto degli animali, può aiutare a combattere la piaga del randagismo preparandoci a un’idea consapevole della vita che ci aspetta insieme al nostro nuovo.
Un cane in famiglia porta gioia e felicità, ma è anche un impegno a lungo termine, è una responsabilità che scegliamo di prendere e che ci accompagnerà dal primo giorno in cui il nostro amico metterà piede in casa fino all’ultimo.
Adottare un cane è una scelta che cambia la nostra vita e che troppo spesso viene presa con superficialità. È importante conoscerne le caratteristiche e le particolarità per poter scegliere responsabilmente il cane o l’adatto al nostro stile di vita e alla nostra famiglia.
Le campagne di sensibilizzazione sono fondamentali per educare al problema del randagismo, invitando a una riflessione sulle cause e sugli effetti che provocano al nostro territorio e soprattutto agli animali che lo subiscono.
E’ importante informare per il fenomeno, diffondendo una corretta cultura sia e che empatica.
Analizzando i dati degli abbandoni estivi, si capisce che vi è sicuramente una difficoltà delle persone nel poter visualizzare nella loro vacanza il proprio animale domestico che, spesso viene visto come un intralcio, un peso, non valutandolo mai come un ulteriore arricchimento di questa nuova esperienza .
Nonostante negli ultimi anni ci sia comunque stata una crescita delle strutture “pet friendly” è evidente che un cambiamento deve avvenire anche nel settore turistico, favorendo la permanenza non solo dei proprietari, ma anche dei propri compagni a 4 zampe.
È importante che le strutture si attrezzino sempre di più per una corretta permanenza dei propri ospiti, umani e non, garantendo e attività che possono comprendere cani e gatti. Questo potrebbe portare ad una pericolo cui del pericolo “abbandono”, eliminando ulteriori scuse di si fanno scudo molti soggetti.
Non soltanto, ma aumentare sul territorio strutture che si occupino di dog sitter e pensioni nel caso la famiglia non possa portarsi il proprio cane con sé che possa osare un supporto professionale alle famiglie con questo tipo di esigenza.
Attraverso questo aumento dei servizi e messaggi per sensibilizzare le persone aumentandone il senso di responsabilità, inoltre anche la normativa può diminuire questo ulteriore fenomeno.
Lara Zanaboni, Educatore Cinofilo
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